Quando la bresaola è veramente buona, della Valtellina, la punta d'anca, stagionata a punto giusto, la si deve mangiare così come sta, affettata sottilmente e senza alcun condimento, perchè il suo profumo veemente e il suo sapore acuto non possono, non devono essere violati. Ma siccome, da anni, non trovo nessuno che vada in Valtellina e poi scenda a Roma con un paio di bresaole accuratamente selezionate, eccomi costretto a condire la bresaola che trovo qui, come la trovo, troppo fresca o troppo secca, troppo dura o troppo molle. Trovata soprattutto troppo facilmente in qualsiasi negozio di alimentari.
Però, condendola, frego la bresaola industrializzata, inganno l'ospite e risolvo brillantemente un antipasto.
Dispongo in un vassoio da portata le fette di bresaola affettate sottilmente e leggermente sovrapposte l'una all'altra, sì da formare un fondo scarlatto. Unisco a mezzo bicchiere d'olio, messo in una ciotola, il suocco di un limone, un cucchiaio colmo di senape, un po' di sale, un buon pizzico di pepe appena macinato e mescolo il tutto, virilmente, con una forchetta. Saper mescolare virilmente è da pochi. Trito poi una manciata di prezzemolo che spargo, gestualmente, sulla bresaola, e poi, d'istinto, verso anche il contenuto della ciotola così da ottenere degli arabeschi astratti per un antipasto concreto.
Dimenticavo di dirvi che anche il prezzemolo lo trito..virilmente.
Nessun commento:
Posta un commento